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“I lavoratori brianzoli non devono essere penalizzati”


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STMicroelectronics: per i lavoratori sarà una Pasqua di preoccupazione con la spada di Damocle di quei 1.000 licenziamenti che potrebbero arrivare e per un piano di rilancio della multinazionale che, ad oggi, sembra non coinvolgere lo stabilimento di Agrate Brianza. 

Chi sono i lavoratori che rischiano 

Lo hanno ripetuto questa mattina le organizzazioni sindacali e gli amministratori locali che hanno partecipato all’incontro organizzato in Regione Lombardia. Un incontro che arriva a una settimana dalla riunione a Roma coi vertici dell’azienda e il ministro Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) durante la quale era stata annunciata quella riorganizzazione mondiale della multinazionale con il taglio di 2.800 posti di lavoro entro due anni. E il rischio di 1.000 posti in meno nello stabilimento di Agrate Brianza, colpendo prevalentemente gli operai. Venerdì scorso lo sciopero, anche con l’arrivo del segretario del Pd Elly Schlein. Questa mattina, giovedì 17 aprile, in Regione Lombardia si è tenuta l’audizione in Commissione attività produttive richiesta dal consigliere Jacopo Dozio. Intanto il 22 aprile ci sarà un nuovo incontro al Pirellone tra l’azienda e gli assessori Guido Guidesi e Simona Tironi.

Che cosa dicono i politici 

Per l’ennesima volta i sindacati hanno ribadito le criticità che ormai da mesi denunciano. E anche gli amministratori comunali hanno sollevato le loro preoccupazioni con quei 1.000 cittadini che dall’oggi al domani rischiano di non avere più un posto di lavoro e quindi di gravare sui servizi sociali. I politici (bipartisan) ripetono di essere al fianco dei lavoratori, ribadendo che STMicroelectronics non deve far pesare sull’azienda brianzola il piano di riorganizzazione globale che, peraltro, prevede il rilancio e nuove assunzioni nel sito di Catania. Oltre a rilanci e assunzioni anche nei siti francesi. 

Dozio: “Questo è un settore strategico”

“Il piano di investimenti della società italo-francese prevede un ridimensionamento della forza lavoro e non è pensabile che possano essere sacrificati 1000 dipendenti nel sito brianzolo – ha commentato Jacopo Dozio -. Stiamo parlando di un’azienda che conta nel solo sito Agratese di oltre 5300 lavoratori diretti e oltre 1000 a Cornaredo. Si tratta di un settore strategico per la produzione di semiconduttori e con la partecipazione dello Stato».

Ponti: “Sono coinvolte 10mila famiglie”

“Ci sono in ballo oltre mille esuberi che abbiamo il dovere di scongiurare – commentano i consiglieri dem Gigi Ponti e Onorio Rosati – anche perché l’impatto reale coinvolgerebbe fino a 10mila famiglie legate all’indotto. È indispensabile il ritiro di questo piano industriale, che, come emerso chiaramente anche oggi, non risponde alle reali esigenze produttive e occupazionali, ma appare esclusivamente orientato alla riduzione dei costi. Parliamo di una delle crisi più complesse del sistema produttivo lombardo e dopo l’audizione di oggi, le nostre preoccupazioni non possono che aumentare”.

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Corbetta: “Non pensate solo a Sicilia e Francia”

“Come Lega chiediamo che il sito di Agrate rimanga ad ogni costo e per questo serve un piano industriale concreto che guardi a un serio sviluppo della sede brianzola e mantenga i livelli occupazionali, senza disequilibri tra stabilimenti che penalizzino la Lombardia e la Brianza – ha ribadito il consigliere regionale del Carroccio Alessandro Corbetta -. La tutela dell’occupazione e la produzione, infatti, non deve riguardare solo la Sicilia o gli stabilimenti francesi ma anche la storica sede di Agrate e l’impegno, ad ogni livello, deve essere quello di mantenere sul nostro territorio un polo strategico, come quello dei semiconduttori, dove lavorano più di 5.300 persone tra produzione, ricerca, sviluppo e uffici e dove ci sono stati importanti investimenti pubblici anche da parte della stessa Regione. Ci uniamo alle richieste espresse chiaramente oggi dalle parti sindacali, mentre giudichiamo particolarmente negativa e irrispettosa l’assenza al tavolo di oggi da parte dei vertici aziendali”.



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