In Italia abbiamo tante qualità ed il lavoro non manca ma bisogna ridurre il carico fiscale per le pmi e fare squadra con consulenti e dipendenti per superare ostacoli e raggiungere obiettivi
Napoli. Il lavoro non manca, le idee ci sono, le commesse pure. E la forza lavoro è di qualità. Cosa impedisce allora alle pmi italiane di crescere come vorrebbero? Probabilmente un “Sistema Italia” che deve rendersi conto che le esigenze degli imprenditori, e dei lavoratori, stanno cambiando anche perché si tende ad operare in un mercato spesso “sotto tono” e con difficoltà strutturali. Per non parlare delle difficoltà nell’accesso alle materie prime, a causa di crisi geopolitiche, o ad esempio dei problemi legati al mercato tedesco che si ripercuotono sulle aziende italiane e possono ledere lavoratori ed imprenditori.
Quindi? Ne hanno parlato ad “I Talk” Gaetano Fioretti con Fabio Di Gennaro, consulente del lavoro e fondatore di LexComLabor, Francesco Guarente, Rsu-Ugl Metalmeccanici, e Christian Di Costanzo, imprenditore e amministratore di Naval Group Srl. Il talk completo è presente al link Spotify alla fine dell’articolo.
Fabio Di Gennaro consulente del lavoro e fondatore di LexComLabor. Cosa c’entra il consulente del lavoro con la visione ottimistica e futura delle pmi?
“Il consulente del lavoro è una figura cardine per le aziende e lo abbiamo capito soprattutto nel periodo del Covid, questo professionista lavora a braccio con l’imprenditore ed è un collante tra le aziende e i vari enti come Inps ed Agenzia delle Entrate. Il Consulente del lavoro è stato visto per tanti anni come un semplice ragioniere o come colui che si limitava a fare le buste paga, oggi invece abbiamo capito che questa figura è essenziale perché segue il datore di lavoro a 360 gradi per quanto riguarda i dipendenti”.
Francesco Guarente Rsu-Ugl Metalmeccanici, quanto sono importanti le relazioni tra imprenditori ed organizzazioni sindacali?
“E’ opportuno che i corpi intermedi, come sindacati ed associazioni datoriali, possano tornare ad avere un ruolo centrale nel contesto produttivo del nostro paese perché sono strumenti che, in alternativa a quelli classici come i partiti, hanno la forza di rappresentare determinate fasce produttive. Il sindacato ha lo scopo prioritario di tutelare gli interessi del lavoro ma farlo anche in un’ottica partecipativa può essere, per i lavoratori e per i datori di lavoro, uno strumento di crescita anche in termini di produttività”.
Christian Di Costanzo, imprenditore e amministratore di Naval Group Srl, cosa serve oggi alle pmi per guardare al futuro con ottimismo?
“Senza la figura di professionisti che affiancano l’azienda sarebbe difficile, grazie ai consulenti che ci danno una mano riusciamo a pagare il giusto in termini di tasse, ad esempio, ed a ridurre il carico fiscale che oggi è alle stelle. Il lavoro c’è, soprattutto nel nostro settore. Lavoriamo con Fincantieri e le commesse non mancano, il problema è riuscire a raggiungere un margine di profitto più elevato e consono ai nostri sacrifici. In questo la politica dovrebbe impegnarsi per incrementare i nostri margini permettendo a lavoratori ed aziende di lavorare serenamente riducendo i costi delle tasse che sono esorbitanti.
Lavoriamo nel settore navale e siamo distribuiti nei vari stabilimenti di Fincantieri in particolare Ancona, Genova e Monfalcone. Ci occupiamo principalmente di impianti di condizionamento di condotte che si trovano sulla nave, poi lavorano anche ad impianti di arredamento ed idraulici sempre in Fincantieri. L’attività è iniziata nel 2017, ho ereditato l’azienda trentennale del padre. Se riducessero il carico fiscale sicuramente l’imprenditore sarebbe invogliato ad alzare lo stipendio dei dipendenti”.
Pmi, cosa occorre per guardare al futuro con ottimismo?
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