Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Il 2024 è stato un anno brillante per le azioni di Piazza Affari. Il Ftse Mib è salito dell’11%, ma per gli stipendi dei manager al vertice delle 40 società quotate sul listino principale della borsa italiana la crescita media è stata quasi doppia: il 21%, rispetto al +1,1% dell’inflazione in Italia nei 12 mesi. L’anno precedente i compensi erano aumentati dell’11% sul 2022 a fronte di un indice dei prezzi al consumo che era balzato del 5,9%, mentre il Ftse Mib era balzato del 28%. Una dinamica, quella del 2024, che allarga la distanza con la base, lo stipendio dei dipendenti. Per le quotate del settore bancario e finanziario (Azimut, Banca Mediolanum, Mps, Banco Bpm, PopSondrio, Bper, Fineco, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Unicredit) è stato messo il margine d’intermediazione e per gli assicurativi (Generali e Unipol) la variazione del risultato assicurativo e finanziario invece dell’ebitda perché per queste realtà tali indicatori riflettono meglio la situazione di bilancio. Inoltre è stato anche calcolato il total return 2024 delle azioni (ovvero performance del titolo e dividendo) per avere un confronto con la performance industriale e finanziaria e comprendere quali manager si sono davvero meritati stipendi a sei zeri e relativi aumenti. Va anche detto che diverse società pubblicano anche il pay ratio, il rapporto tra la remunerazione annua totale (fissa più variabile) percepita dall’ad e quella media dei dipendenti del gruppo.
Quanto vale una vita intera spesa in azienda? Nel caso di Carlo Cimbri sono 45,5 milioni di euro. È quanto il gran capo di Unipol ha portato a casa nel 2024 per la cessazione del suo rapporto di lavoro da dirigente del gruppo assicurativo. Un importo maturato dopo 33 anni in posizioni dirigenziali del gruppo in cui è entrato nel 1990, scalando via via tutte le posizioni. Prima da direttore, poi da direttore generale, infine nel 2010 come amministratore delegato e infine presidente della società bolognese controllata dall’universo delle cooperative.
Philippe Donnet è pronto a chiamare di nuovo a raccolta i grandi investitori internazionali per incassare una conferma al vertice di Generali per il quarto mandato. L’appuntamento è per giovedì 24 aprile, quando a Trieste si riunirà l’assemblea che dovrà rinnovare il board. Anche questa volta, come era stato nel 2022 quando Donnet aveva vinto sulla lista presentata dall’azionista Francesco Gaetano Caltagirone che proponeva come ceo Luciano Cirinà, si prevede un’affluenza record. Questa volta la situazione è un po diversa. Prima di tutto perché non c’è una lista del board. A ricandidare il Donnet e il presidente Andrea Sironi è direttamente il socio Mediobanca, che ha il 13,1% delle azioni e il 13,6% dei diritti di voto (ma non il prestito titolo del 4% come nel 2022). Mentre Caltagirone, accreditato per il 7% rispetto al 9% di tre anni fa, non ha candidato un ceo sfidante, ma una lista di minoranza con sei nomi. Elenco che, come allora, avrà il sostegno di Delfin. La finanziaria dei Del Vecchio è accreditata per poco meno del 10% (il 10,3% dei diritti di voto) perché nonostante sia già stata autorizzata da Ivass a salire fino al 19,9% di Generali, non avrebbe ancora ottenuto il consenso dalle autorità dei 47 Paesi in cui opera il Leone. I due azionisti insieme potrebbero raggiungerebbero quindi poco più del 17% del capitale e avere anche il supporto di Fondazione Crt che avrebbe oggi un altro 1,92% delle azioni.
Scarso utilizzo della previdenza complementare, con evidenti ricadute sull’entità dell’assegno, e fondi pensione che di conseguenza non hanno abbastanza risorse da destinare all’economia reale. Gli annosi problemi del sistema previdenziale italiano sono finiti al centro del Salone del Risparmio 2025. È tempo di agire, è il messaggio che arriva dai politici e dagli esperti intervenuti, a partire dal secondo pilastro. Su 24 milioni di lavoratori, in Italia solo il 40% accede alla previdenza complementare e questo nonostante i rendimenti positivi dell’anno scorso, tra cui spicca il 10-13% del comparto azionario.
Un legame destinato a durare. Banco Desio e Reale Group hanno scelto di essere alleate nella distribuzione delle polizze vita per i prossimi dieci anni. La compagnia torinese guidata da Luca Filippone l’ha spuntata in una competizione che è andata avanti per mesi con una dozzina di assicurazioni che si sono contese l’accesso alle filiali della banca. «Abbiamo trovato una forte condivisione di valori, come l’attenzione al territorio», spiegano i due amministratori delegati e ora «il potenziale di crescita è enorme visti i 280 sportelli della banca», dice Filippone. Per Banco Desio l’intenzione è aumentare il giro d’affari, ma anche la qualità dei servizi offerti e in Reale ha trovato il partner giusto. «La bancassicurazione e più in generale in wealth management rappresentano un pilastro del piano industriale», aggiunge l’ad di Banco Desio, Alessandro Decio, spiegando che «l’obiettivo di arrivare a 10 miliardi di asset, fissato al 2026, potrebbe essere raggiunto in anticipo quest’anno, mercati permettendo». In particolare nel ramo Vita i flussi annui sono oggi di circa 200 milioni ma «l’intenzione è accelerare, crescendo a due cifre e aumentando la soddisfazione dei clienti».
Nelle due settimane decisive per le sorti del salotto buono della finanza italiana che parte da Mediobanca e arriva fino a Generali c’è una figura che, pur non giocando per ora da protagonista, potrebbe presto diventarlo. È l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel che lo scorso anno ha aperto un doppio fronte sul risiko bancario, in Germania prima e in Italia poi. Secondo quanto può rivelare MF-Milano Finanza il banker ha una strategia molto chiara sui tre obiettivi che si era dato e che intende continuare a perseguire: Banco Bpm, Commerzbank e Generali. Un triplete finanziario di complessa realizzazione.
Cosa accadrà a quelle trattative tra società acquirente e target – che vivono di export negli Usa – che hanno siglato quattro mesi fa un contratto preliminare di compravendita? Dalla prima firma al closing, tipicamente passano alcuni mesi in cui possono verificarsi condizioni straordinarie in grado di impattare il business, modificando il valore della società in vendita. L’avvento dell’amministrazione Trump, o meglio della sua politica di dazi, è solo l’ultima delle incognite finite al centro delle recenti compravendite. In realtà, già a partire dal Covid, nei contratti, sono aumentate le clausole per l’assorbimento di eventuali rischi che possono sorgere tra la firma preliminare e la finalizzazione dell’acquisizione, emergendo quasi come uno dei principali fattori per la resilienza delle attività di m&a in Europa e in Italia. In un contesto ricco di incertezze è impossibile assicurare la solidità delle operazioni straordinarie registrate in Europa nel 2024 dall’aumento di utilizzo di particolari strumenti. A evidenziarlo è l’ultimo studio di Cms, una delle maggiori realtà legali in ambito m&a in Europa, che nel suo «European M&A Study» ha analizzato la natura delle varie clausole che hanno reso possibile raggiungere il numero record di 582 operazioni in 27 giurisdizioni europee lo scorso anno. «Il risultato è stato reso possibile da una strutturazione degli accordi, caratterizzata dal maggiore ricorso a strumenti in grado di preservare la stabilità per gli acquirenti», spiega a Milano Finanza Pietro Cavasola, managing partner e responsabile del settore m&a di Cms in Italia.
Generali Asset Management (gruppo Generali Investments) punta sul debito privato e in particolare su segmento secondario dove ha in rampa di lancio Generali Private Credit Secondaries Fund, fondo dedicato agli investitori istituzionali, in particolare fondi pensione e assicurazioni, gestito insieme a Partners Group. Come spiega a MF Milano Finanza il responsabile indirect private debt di Generali Asset Management, Marco Busca
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 11 marzo uno specifico decreto legislativo che adegua la normativa nazionale alle disposizioni del regolamento Dora (Digital Operational Resilience Act) il quale disciplina la resilienza operativa digitale per il settore finanziario. Tra i diversi soggetti coinvolti ci sono anche i fondi pensione ragion per cui la Covip ha pubblicato una circolare con i profili applicativi della previdenza complementare. Il regolamento Dora, riconducibile al cosiddetto pacchetto finanza digitale, è volto a definire un quadro dettagliato sulla resilienza operativa digitale per le entità finanziarie dell’Ue in primo luogo al fine di approfondire la dimensione della gestione dei rischi digitali e in particolare migliorare e razionalizzare la gestione dei rischi relativi alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Information and Communication Technologies-Ict) da parte delle entità finanziarie
- La completezza di BG Stile Esclusivo
BG Stile Esclusivo è la nuova polizza multiramo a premio unico di Banca Generali. Si tratta di un prodotto di investimento assicurativo a vita intera a premio unico, con possibilità di effettuare versamenti di premi unici aggiuntivi, collegato a fondi esterni, interni e a gestioni
separate. Con Stile Esclusivo, Banca Generali ha sviluppato una soluzione di investimento completa, affiancata da una forte componente di protezione e da un ventaglio di servizi di prodotto e per la salute che ne fanno un prodotto interessante. La polizza può essere sottoscritta damaggiorenni con un versamento minimo iniziale di 10 mila euro (20 mila per alcuni Percorsi), in un’unica soluzione; è prevista la possibilità di effettuare versamenti
periodici aggiuntivi a partire da 1500 euro al mese. La polizza prevede 9 Percorsi ciascuno con proprie regole di investimento e opzioni contrattuali. Il contraente, al momento della sottoscrizione della proposta di assicurazione, indica uno dei 9 Percorsi incoerenza con le della tipologia di cliente cui il singolo Percorso è rivolto
Salute mentale, in Italia una fotografi a in chiaroscuro
La salute mentale è ancora un’emergenza. L’edizione 2025 della ricerca globale condotta da AXA in collaborazione con Ipsos, giunta al quinto anno, fotografa un mondo dove la consapevolezza cresce, ma i disturbi non accennano a diminuire in modo significativo. Realizzata su un campio ne di 17mila persone in 16 Paesi, la ricerca conferma quanto il benessere mentale sia oggi un tema imprescindibile, non solo per i sistemi sanitari, ma anche per le imprese e la società. «Il Mind Health Report nasce dalla consapevolezza che il primo vero strumento di cura è la conoscenza e la possibilità di prevenzione che da essa ne deriva – dice a MF Cristiano Gianni, Chief Health Officer AXA Italia – Si tratta di uno strumento pensato per fornire informazioni su un tema di enorme rilevanza sociale ed economica, con un costo per il nostro Paese pari a 20 miliardi di euro annui, ancora troppo spesso sottovalutato e su cui pesa un persistente problema di consapevolezza»
La prossima estate potrebbe essere la prima senza più l’assedio telefonico dei call center che tempestano i consumatori con proposte di cambi di contratto o di fornitore, spacciandosi per legittimi operatori di società di tlc o dell’energia. I picchi si sono raggiunti con la liberalizzazione del mercato elettrico. L’ Arera, l’autorità di settore, ha registrato negli ultimi mesi del 2024 «un preoccupante aumento delle segnalazioni dei clienti finali che ricevono chiamate da numeri generalmente non richiamabili e si vedono offrire contratti d’energia elettrica e gas sulla base di informazioni scorrette e fuorvianti». Si stima che ben il 20% dei nuovi contratti luce & gas sia stato attivato con metodi ingannevoli. Ma la pratica riguarda anche offerte di telefonia, strumenti finanziari, coperture assicurative e via dicendo..
L’ascesa dei requisiti per l’accesso alla prestazione previdenziale (dal 1° gennaio del 2027), adeguati della speranza di vita delle persone, nel nostro Paese, potrebbe avere conseguenze sui beneficiari della cosiddetta «iso-pensione», ossia sulla «chance» di accedere al trattamento con quattro anni di anticipo e con onere a carico dell’azienda. E ciò perché, con tale mossa, che favorirebbe il superamento della durata massima della misura, i percettori «potrebbero rimanere senza iso-pensione e senza pensione fino a un periodo previsto di tre mesi, per l’impossibilità dell’Inps di imporre il pagamento» ai loro datori di lavoro. È quanto è emerso ieri mattina, nel corso dell’audizione dei vertici dell’Istituto di previdenza pubblico nella Bicamerale sulle gestioni previdenziali, secondo cui, però, questo scenario potrebbe mutare, qualora le parti (l’occupato in uscita e il segmento datoriale) trovassero un’intesa. E, dunque, «non rimarrebbe precluso il pagamento della prestazione di accompagnamento alla pensione fino alla prima decorrenza utile» dell’assegno, rideterminato sulla base dei parametri «vigenti alla data» del ritiro dall’attività.
Entro il prossimo 31 luglio gli allevatori che hanno sottoscritto polizze agevolate per le produzioni zootecniche riferite alla campagna assicurativa 2023, sono tenuti a presentare la domanda di sostegno ad Agea per ricevere il contributo pubblico del 55% della spesa ammessa. Le regole di funzionamento del regime di aiuto sono contenute nel decreto Masaf n. 166844 dell’11 aprile 2025, non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed ad oggi disponibile sul sito istituzionale del Masaf. La dotazione finanziaria ammonta a 2,2 milioni di euro ed è utilizzata per coprire parzialmente la spesa sostenuta dagli agricoltori che hanno sottoscritto polizze a copertura del mancato reddito e dell’abbattimento forzoso degli animali causati da epizoozie e per la mancata produzione di latte e di miele. Sono ammissibili esclusivamente le polizze che prevedono il risarcimento in caso di perdite superiori al 20% del valore della produzione media annua dell’allevatore. In alternativa si prende in considerazione il valore assicurato, ove quest’ultimo risulti inferiore alla produzione media annua.
Con una dotazione di 10 mln di euro il Masaf ha attivato un intervento a sostegno delle aziende suinicole italiane che hanno subito danni indiretti a seguito delle misure sanitarie di contenimento dei focolai di peste suina africana durante il periodo compreso tra il 1° dicembre 2023 e il 31 ottobre 2024. Il provvedimento è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 87 del 14 aprile 2025 (decreto Masaf n. 77412 del 19/2/2025).
Generali ha lanciato di Agorai Innovation Hub. Il progetto è stato promosso insieme a Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Fincantieri e Fondazione Fincantieri, illycaffè, università di Trieste, Scuola internazionale superiore di studi avanzati, università di Udine, Mib Trieste School of management, Istituto italiano di tecnologia con la partecipazione dell’Abdus Salam International centre for theoretical physics (Centro internazionale di fisica teorrca). Sono inoltre presenti Google Cloud, Deloitte e Goldman Sachs.
Frane, allagamenti, almeno duecento sfollati e un morto a causa della furia dell’acqua. Il Piemonte e la Valle d’Aosta ieri sono trovate a fare i conti con i danni provocati dal maltempo e hanno richiesto al governo lo stato d’emergenza. La situazione più critica riguarda il Torinese, e in particolare la zona di Chivasso, dove ieri sono gli interventi dei Vigili del fuoco sono stati 150. A Monteu da Po un uomo di 92 anni, Giuseppe Bracco, è morto annegato dentro la sua casa allagata dall’esondazione del rio Della Valle. Ieri danni anche in Lombardia, soprattutto per le raffiche di vento che a Milano hanno toccato punte di 67 chilometri all’ora. La bufera ha fatto crollare alberi, alcuni sono caduti sulle auto in sosta senza causare feriti. In Regione i Vigili del fuoco hanno effettuato oltre 300 interventi, poi nel primo pomeriggio il vento è scemato d’intensità ma sono riprese le piogge. In Veneto allagamenti e smottamenti nel Vicentino.
Per chi ha «buchi contributivi» la domanda di riscatto può essere presentata all’Inps fino al 31 dicembre 2025. La pace contributiva per gli anni 2024-2025 è una misura riservata a quella platea di lavoratori il cui primo contributo è stato versato a partire dal primo gennaio 1996. Grazie al riscatto dei periodi di mancata contribuzione (i «buchi», appunto) è possibile colmare le lacune per un massimo di 5 anni (non necessariamente consecutivi). La pace contributiva è una misura del tutto volontaria e ha l’obiettivo di salvaguardare coloro che abbiano raggiunto l’età pensionabile, ma non dispongono dei requisiti minimi per l’assegno anticipato o di vecchiaia. Possono essere riscattati, in tutto o in parte, i periodi compresi tra il primo gennaio 1996 e il primo gennaio 2024.
Nel 2024 i redditi dichiarati in Italia (anno d’imposta 2023) hanno superato i mille miliardi (1.027,7 miliardi) di euro di totale complessivo, denunciato da oltre 42,5 milioni di contribuenti. È lo scenario che emerge dai dati relativi alle dichiarazioni delle persone fisiche (Irpef) e Iva pubblicato dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Rispetto all’anno precedente, sul valore complessivo si registra un aumento del 5,9%, mentre il valore medio — pari a 24.830 euro — cresce del 5%. Importi record dovuti alla ripresa post Covid, ma che mostrano le disuguaglianze territoriali del nostro Paese. I contribuenti con imposta netta e redditi fino a 35 mila euro (pari al 78% del totale) dichiarano il 36% dell’imposta netta totale, mentre il restante 64% è dichiarato dai contribuenti con redditi sopra i 35 mila euro (22% del totale). I «Paperoni», ovvero i contribuenti con reddito complessivo maggiore di 300 mila euro (0,2% dei contribuenti) dichiarano il 7,1% dell’imposta netta totale (dal 7,8% del 2022).
Stop all’aumento di tre mesi nel 2027 delle soglie per l’accesso alla pensione di vecchiaia e per «l’anticipo» con i soli contributi maturati, a prescindere dall’età. A ribadire che l’adeguamento all’aspettativa sarà congelato è stato ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel corso dell’audizione parlamentare sul Dfp. Un congelamento che non sarà immediato, anche perché c’è tempo fino alla fine del 2025, come hanno ricordato i rappresentanti dell’Inps durante un’altra audizione alla commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali.
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