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calano consumi e fiducia di imprese e famiglie nel primo trimestre 2025


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L’incertezza sul quadro economico italiano continua a espandersi nel 2025. I dazi internazionali pesano sulle aspettative degli operatori e la fiducia di imprese e famiglie si è ridotta nei primi mesi dell’anno. Dopo un inizio anno che aveva sorpreso positivamente, i consumi hanno subito un rallentamento nei mesi successivi, secondo l’analisi di Confcommercio sulla congiuntura di aprile. L’incapacità delle famiglie di trasformare i redditi in spesa limita il rilancio economico. Vediamo nel dettaglio i dati e i segnali emersi a marzo.

incertezza e aspettative degli operatori economici in aumento

Confcommercio evidenzia come l’incertezza non si stia affatto riducendo, ma anzi stia aumentando rispetto all’inizio del 2025. Le tensioni legate ai dazi commerciali hanno influito pesantemente sulla stabilità delle aspettative degli operatori economici. Questo fenomeno si riflette soprattutto sulla fiducia di imprese e famiglie che, osservata a marzo, è nettamente ridimensionata.

fattori di rallentamento economico

L’inflazione elevata, le tensioni geopolitiche e i vincoli del commercio internazionale hanno congiurato per frenare la spinta rialzista dell’economia italiana, realtà che già deve fare i conti con uno scenario globale instabile. Questi elementi condizionano la propensione agli investimenti e ai consumi. Il cambio di scenario dopo un gennaio più favorevole ha scosso la previsione di crescita, ponendo in evidenza un clima più incerto rispetto a qualche mese fa.

Le imprese hanno ridotto la pianificazione degli investimenti e mostrano cautela nelle assunzioni, mentre le famiglie rimangono prudenti nel mantenere alto il risparmio piuttosto che aumentare le spese. Questo quadro contribuisce alla perdita di energia per un possibile rilancio più marcato dell’economia nello scorcio iniziale dell’anno.

andamento dei consumi tra febbraio e marzo 2025

I dati sulla spesa delle famiglie sottolineano un andamento altalenante nel primo trimestre. Gennaio aveva mostrato risultati più incoraggianti, ma il periodo successivo ha evidenziato cali consistenti. Nel bimestre febbraio-marzo si sono registrate diminuzioni nette dei consumi: febbraio ha segnato una flessione del 2,3%, mentre marzo ha evidenziato un calo più lieve ma comunque presente, dello 0,7%.

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A marzo si è poi osservata una leggera ripresa, con un incremento dello 0,4% nei consumi, ma Confcommercio chiarisce che questo movimento è troppo piccolo per ipotizzare un’inversione di tendenza stabile. I dati indicano uno scenario ancora segnato da una prudenza diffusa e da un rallentamento del flusso di denaro verso beni e servizi.

la difficoltà delle famiglie a consumare

L’aspetto più significativo è la difficoltà delle famiglie a spendere quanto guadagnano in termini reali, nonostante una crescita dei redditi. Questo scarto fra disponibilità e consumo limita il recupero economico e pesa sul funzionamento complessivo del mercato interno italiano. Il mancato aumento dei consumi è un problema centrale per il consolidamento di una crescita più robusta.

cali marcati nei singoli settori di consumo a marzo

Analizzando le variazioni per categorie merceologiche a marzo, emergono segnali di criticità in diversi comparti. Il settore alimentare, bevande e tabacchi ha registrato una flessione del 2,7%. Questo calo era previsto e si spiega, oltre che dal trend già in atto, con una diversa intensità della Pasqua nel calendario, che ha alterato i consumi stagionali.

Il comparto dedicato ai beni e ai servizi ricreativi ha subito una diminuzione del 2,2%. Questi dati riflettono una minor propensione a investire in tempo libero e svago in un momento in cui le famiglie tendono a contenere le spese.

Situazione difficile anche per i beni e servizi relativi alla casa, con una caduta dell’1,2%. Questo segmento comprende prodotti per l’arredo e la manutenzione, indicatori spesso sensibili alla fiducia e alla capacità di spesa delle famiglie. La riduzione evidenzia un calo della dinamica di acquisto di beni durevoli.

altri comparti in difficoltà

Gli altri comparti che hanno subito contrazioni sono quelli alimentati dalla mobilità , dai tessili e calzature , e dalla cura della persona . Le riduzioni, anche se più contenute, segnalano un impatto diffuso che interessa molteplici aspetti del consumo quotidiano. Per quanto riguarda i servizi legati all’ospitalità, come alberghi e pasti fuori casa, il leggero calo è stato dello 0,1%, confermando le difficoltà del settore ricettivo e della ristorazione a invertire il trend negativo.

Questi dati confermano una situazione complessivamente fragile per i consumi al dettaglio, con una domanda che appare contenuta e con pochi segnali di risveglio nei comparti chiave per la spesa degli italiani.

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