Bce: decisioni e scenari. Il commento di Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR.
La Banca Centrale Europea (Bce) ha deciso all’unanimità di abbassare i tassi di riferimento di 25bp al meeting di aprile, in particolare il deposit rate è stato portato a 2.25%.
La decisione è stata unanime, nessuno ha votato per un taglio più aggressivo, ma Lagarde ha spiegato che alcuni membri del Consiglio Governativo della Bce fino ad alcune settimane fa avrebbero votato per una pausa. L’effetto dell’annuncio di tariffe da parte dell’amministrazione di Trump, i cambiamenti nel commercio globale e l’alto livello di incertezza commerciale e politica hanno portato tutti i membri del Consiglio Governativo a votare per un taglio al meeting di oggi.
La decisione di politica monetaria, quella di oggi e le prossime, rimangono trainate da tre elementi: inflation outlook alla luce di dati economici e finanziari, dinamiche di inflazione core e meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Le prossime decisioni di politica monetaria continueranno ad essere prese meeting by meeting e ad essere strettamente data dependent, ancora nessun impegno preventivo sulle prossime mosse di politica monetaria sa parte della Bce.
Lagarde sottolinea durante la conferenza stampa che l’outlook economico rimane ancora molto incerto, le tensioni commerciali rappresentano uno shock negativo di domanda e l’effetto sfavorevole in termini di crescita economica è piuttosto chiaro, mentre l’impatto sull’inflazione rimane incerto secondo la Bce. La crescita economica potrebbe essere negativamente impattata non solo da una minore domanda estera, ma anche dalla contrazione di investimenti e consumi dato l’altissimo livello di incertezza economica in cui gli operatori si trovano ad agire. Sul sentiment di imprese e consumatori pesano anche le tensioni geopolitiche. Durante la conferenza stampa Lagarde ha menzionato possibili upside in termini di crescita economica derivanti dalla spinta fiscale tedesca nel settore infrastrutturale e difensivo. Il Consiglio Governativo della Bce ha inoltre voluto mandare un chiaro messaggio alle altre istituzioni europee: è il momento di implementare concrete azioni per sviluppare la competitività dell’economia europea, il mercato unico, con l’unione dei risparmi e degli investimenti e, infine, il progetto di digitalizzazione dell’euro, è il momento per l’Europa di mostrare la sua unione politica ed economica e dargli slancio.
Il processo di disinflazione per ora rimane on track, anche la componente dei servizi, che fino ad ora era risultata più persistente, ha mostrato sensibili miglioramenti verso il target. Le aspettative di inflazione rimangono ancorate al 2%. Parlando dell’outlook Lagarde dice che i rischi sull’inflazione per il momento sembrano piuttosto bilanciati; non più sensibilmente al rialzo, ma ancora non è il momento per la Bce di spostare il focus su rischi al ribasso. Nonostante questo, l’attenzione si è ormai spostata verso una crescita economica più debole e minore domanda estera. Durante la conferenza stampa, inoltre, Lagarde ha menzionato la possibilità del reindirizzamento di merci provenienti da altri Paesi impattati più significativamente dalle tariffe (la Cina) in territorio europeo, questo, anche se non esplicitamente detto, pone ulteriori rischi al ribasso sull’inflazione, dal momento che le merci cinesi risultano particolarmente competitive dati i bassi costi di produzione.
Lagarde dice che “tariff impact on inflation is not clear yet”, la Bce vuole mantenere massima flessibilità, non prendere alcun impegno sulle prossime mosse di politica monetaria e procedere cautamente, ma è evidente che la bilancia dei rischi si stia spostando verso minore crescita economica e spinte disinflazionistiche.
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