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Coin Via Rizzoli chiude a luglio


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Il punto vendita Coin di via Rizzoli a Bologna chiuderà ufficialmente il 31 luglio 2025, ma il gruppo non abbandona il capoluogo emiliano: è già in corso la ricerca di una nuova sede sul territorio. La decisione è stata confermata durante il tavolo tecnico convocato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), su indicazione del ministro Adolfo Urso, con l’obiettivo di affrontare le difficoltà finanziarie che negli scorsi mesi hanno coinvolto il noto brand retail.

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Un piano di rilancio per Coin: salvi 1.390 posti di lavoro

L’incontro ha fornito un quadro positivo sul futuro del gruppo, che ha già predisposto un piano di risanamento e rilancio. Il piano, che sarà depositato nei prossimi giorni presso il Tribunale competente, prevede la tutela completa dei 1.390 lavoratori attualmente in organico. Un risultato possibile anche grazie all’ingresso di Invitalia nel capitale societario.

“Sosteniamo con convinzione il rilancio di questo storico gruppo commerciale e continueremo a monitorare il percorso di risanamento”, ha dichiarato il ministro Urso.

Invitalia investe 10 milioni per Coin: fiducia nel futuro

Durante l’incontro, a cui hanno partecipato l’azienda, le Regioni interessate e le organizzazioni sindacali, è stato annunciato un intervento da 10 milioni di euro da parte di Invitalia, tramite il Fondo Salvaguardia Imprese, corrispondente al 30,1% del capitale. A questi si aggiungono altri 21,2 milioni di euro da nuovi investitori privati (Sagitta Sgr e Mia Srl) e dai soci attuali, garantendo una solida base finanziaria per il rilancio del marchio Coin.

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Inoltre, il commissario ha comunicato che sono già stati conclusi 330 accordi con i creditori, segno della fiducia riposta nel processo di rilancio dell’insegna, che attualmente gestisce 34 negozi diretti e oltre 130 store tra Italia e mercati esteri.

Chiusure, ricollocazioni e nuove strategie

La chiusura del Coin Bologna in via Rizzoli si inserisce in una più ampia strategia di riorganizzazione dei punti vendita. Il gruppo ha già provveduto alla ricollocazione dei dipendenti degli store di Roma Lunghezza, Bufalotta e Latina, evitando il ricorso agli ammortizzatori sociali. Lo stesso avverrà per i lavoratori del punto vendita di Roma Termini, la cui chiusura è prevista per il 31 maggio.

Per quanto riguarda il Coin di Vicenza, è stato stabilito che rimarrà operativo per tutto il 2025, mentre proseguono le valutazioni per trovare una soluzione stabile e duratura per la sede.

Il tavolo tecnico sarà riconvocato nella seconda parte dell’anno, con l’obiettivo di monitorare l’avanzamento del piano di risanamento e garantire una ripresa solida e sostenibile per uno dei marchi storici del retail italiano.

Negozi storici che chiudono nel centro di Bologna 

Il punto vendita di Coin non è c erto l’unico ad aver tirato giù la saracinesca definitivamente. Anche i negozi di tessuti Valli di via Rizzoli e Zinelli in via Caprarie hanno chiuso. 

La scorsa estate a chiudere era stato lo storico – e bellissimo – concept store della moda L’Inde le Palais, che ha segnato la storia della moda a Bologna e non solo. In questo caso la vicenda è stata più complicata, con in mezzo il fallimento dell’ex proprietario dell’intera area del Quadrilatero, l’imprenditore di Parma Giordano Ollari che l’aveva acquisto nel 2020. Ma dopo la profonda crisi che sta attraversando il gruppo O di Ollari, in particolare dopo che O’Export e-commerce a metà luglio la società è stata costretta a portare i libri in Tribunale a Parma, anche lo store bolognese ha chiuso i battenti anche il ristorante Bolpetta, sostituito dalla filiale bolognese dell’Antico Vinaio

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Anche lo storico Roxy Bar è rimasto fermo per qualche settgimana in estate, per riaprire completamente rionnovato a settembre. 

I negozi storici che non ci sono più

Negli anni hanno chiuso la storica  libreria Cappelli, già attiva nel 1910 e che vantava tra i suoi frequentatori assidui intellettuali del calibro di Roberto Roversi, Luciano Serra e Pier Paolo Pasolini. Guidati da Otello’, lo storico libraio, si andava a caccia di edizioni rare o a tiratura limitata. Oggi, al posto della libreria, c’è un negozio di profumi.

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Sempre ad un passo dalle Due Torri, per oltre 60 anni i Magazzini Nannucci sono stati sinonimo di dischi a Bologna. Una meta per appassionati collezionisti, che si trovavano lì per cercare vinili di qualità, spesso a prezzi concorrenziali. Un’attività pionieristica, che aveva lanciato anche un servizio di vendita per corrispondenza.  E ancora i Fratelli Rossi, tappa obbligata a Natale per i bambini che potevano scegliere i loro giochi preferiti da chiedere ai genitori o inserire nella letterina di Babbo Natale. 

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