Urso: «Sosteniamo con convinzione il rilancio di questo storico gruppo commerciale e continueremo a monitorare con attenzione affinché il percorso di risanamento si concluda con la piena tutela dei 1.390 lavoratori coinvolti»
Lo Stato, tramite il fondo Salvaguardia Imprese di Inviatalia, entra investendo dieci milioni nel capitale sociale (pari al 30,1%) di Coin, l’iconica catena veneta di grandi magazzini che conta 34 negozi diretti e 130 store in Italia e all’estero, alle prese con l’iter della composizione negoziata della crisi avviata lo scorso luglio. Il piano di risanamento e rilancio sarà depositato dal gruppo nei prossimi giorni al Tribunale.
Il Mimit
«Sosteniamo con convinzione il rilancio di questo storico gruppo commerciale — ha dichiarato ieri il ministro Urso al tavolo tecnico che si è tenuto al Mimit — e continueremo a monitorare con attenzione affinché il percorso di risanamento si concluda con la piena tutela dei 1.390 lavoratori coinvolti». L’aumento di capitale da parte dell’agenzia nazionale per lo sviluppo controllata dal Mimit segue quello da 23,2 milioni dello scorso febbraio da parte di Mia Srl (di Marco Marchi, fondatore di Liu Jo), Sagitta sgr e, in via residuale, dagli attuali azionisti di Coin, ovvero Red Navy srl, Joral Investment srl e Hi-Dec Edizioni srl. Un’iniezione di capitale a più tappe che viaggia in contemporanea con le trattative in corso con i creditori che dovrebbero terminare a fine mese. Il gruppo, attualmente guidato da Matteo Cosmi, ha chiuso il 2024 con ricavi a 280 milioni e un debito di circa 240 milioni. Finora sono stati siglati 330 accordi con i creditori, coprendo oltre il 60% dell’esposizione debitoria.
L’occupazione
Un altro nodo cruciale ha riguardato l’occupazione. Nonostante le chiusure già avvenute o previste – tra cui gli store di Roma Lunghezza, Bufalotta, Latina e, prossimamente, Roma Termini (31 maggio) e Bologna (31 luglio) – l’azienda è riuscita a ricollocare tutti i lavoratori coinvolti presso altri punti vendita, evitando il ricorso agli ammortizzatori sociali. Per Bologna è già attiva la ricerca di una nuova sede, mentre il negozio di Vicenza resterà aperto fino alla fine del 2025, in attesa di una soluzione definitiva.
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