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Istituto Design Palladio: «Puntiamo a far vivere agli studenti esperienze reali»


L’innovazione non è solo tecnologia, ma anche creatività, cultura e bellezza. E in questo il design ha un ruolo fondamentale, capace di unire estetica, funzionalità e visione. Lo dimostra l’esperienza dell’Istituto Design Palladio di Verona, che da oltre quarant’anni forma professionisti in grado di lasciare il segno.

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In questa puntata speciale di Focus Verona Economia, nel percorso verso il Premio Innovazione 2025, abbiamo incontrato la direttrice Raffaella Cristini, il co-direttore Giacomo Fontana Cristini e tre giovani designer — Federico Calearo, Elena Molinaro e Laura Marcon — che hanno già visto le loro idee prendere forma e finire nei cataloghi di aziende di design, dopo essere state protagoniste alla Milano Design Week 2024.

L’Istituto Design Palladio ha una lunga storia. Come nasce questa realtà?

(Raffaella Cristini) L’Istituto Design Palladio è stato fondato nel 1983 da mio padre, Italo Cristini, designer e architetto veronese che lavorava in Italia e all’estero. Nasce proprio dall’esigenza di formare figure professionali che lui stesso non riusciva a trovare per la sua agenzia. Oggi, dopo 42 anni, formiamo centinaia di studenti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, mantenendo un approccio familiare che ci contraddistingue: qui ogni studente trova un ambiente accogliente, dove crescere non solo professionalmente, ma anche come persona.

Qual è il valore aggiunto della vostra formazione?

(Giacomo Fontana Cristini) Il nostro approccio è pratico e concreto. Puntiamo a far vivere agli studenti esperienze reali, in contatto diretto con il mondo del lavoro. Spesso i nostri ex studenti tornano come docenti, creando una sorta di “ciclo virtuoso” in cui chi ha imparato restituisce ciò che ha ricevuto. Il design, per noi, non è solo teoria: è progetto, materia, relazione con le aziende.

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Parliamo dei progetti presentati alla Milano Design Week: cominciamo da “Loto”, la lampada di Federico Calearo.

(Federico Calearo) L’idea nasce durante il corso di product design al terzo anno. Mi sono ispirato alle lanterne galleggianti giapponesi, unite alla forma naturale del fiore di loto. Ho utilizzato un materiale riciclabile, il Polylux, che diffonde la luce in modo morbido. Il progetto è stato selezionato dall’azienda LineaZero, che lo ha portato alla Milano Design Week, esposto nella zona di Brera e inserito nel loro catalogo. Vedere un’idea trasformarsi in prodotto e arrivare al pubblico è stata una grande soddisfazione.

Poi ci sono i due pouf: “Dondo” di Elena Molinaro e “BonBon” di Laura Marcon. Elena, raccontaci il tuo progetto.

(Elena Molinaro) Anche il mio progetto nasce dal corso di product design. Dovevo creare un pouf con tavolino integrato, ma non volevo che il tavolino fosse solo un accessorio: volevo che fosse parte integrante della struttura. Il risultato è Dondo, un pouf che abbraccia la seduta con il piano d’appoggio, pensato per spazi versatili come coworking o aree relax. È stato realizzato con Sitia, azienda che lo ha portato alla Design Week e che lo metterà a catalogo.

Laura, il tuo “BonBon” ha una forma e un concept diversi.

(Laura Marcon) Sì, BonBon è un pouf doppio, ispirato a un dolce francese, l’entremet. Ha una base in alluminio e due sedute morbide che ricordano la mousse del dolce. Può essere arricchito con accessori come un tavolino o un portaborsa, rendendolo modulare e adatto a spazi diversi, come hall di hotel o aree lounge. Anche il mio progetto è stato accolto da Sitia e presentato alla Milano Design Week, con grande entusiasmo da parte del pubblico.

Che effetto fa, da studenti, vedere le proprie idee entrare in produzione?

(Elena Molinaro) È una grandissima soddisfazione. A soli vent’anni abbiamo già capito come funziona il mondo del prodotto: dai materiali alla produzione, fino al confronto con il mercato. Esperienze così ti aprono gli occhi.

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(Laura Marcon) Sì, ti fanno entrare davvero in contatto con il processo reale, dal concept al prodotto finito, passando per tutti i dettagli tecnici e creativi.

Quali sono i vostri sogni per il futuro?

(Federico Calearo) Mi piacerebbe continuare a progettare oggetti innovativi e originali, che abbiano una personalità forte.

(Laura Marcon) Rimanere nel design, approfondendo il product ma anche l’interior, soprattutto per negozi e allestimenti.

(Elena Molinaro) Io sono più orientata al residenziale, ma mi piace anche disegnare mobili personalizzati. Questo corso mi ha fatto scoprire il fascino dei tecnicismi dietro ogni progetto.

In conclusione, qual è il vero valore dell’innovazione per voi?

(Raffaella Cristini) È vedere gli studenti crescere, realizzarsi, portare avanti idee che diventano realtà. Ogni giorno respiro design e cultura, e vedere risultati come questi è il massimo orgoglio.

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(Giacomo Fontana Cristini) Ogni anno è una scoperta continua. I ragazzi riescono sempre a sorprenderci, e progetti come questi dimostrano che l’innovazione passa anche per il design.



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