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Salone del Mobile di Milano, intervista a Marco Sabetta


Intervista al Direttore Generale del Salone del Mobile di Milano, Marco Sabetta, sulle novità dell’edizione 2025 e sul ruolo del design come motore di innovazione e cultura.

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Salone del Mobile di Milano, Marco Sabetta: “Il Design che guarda al futuro: sostenibilità, arte e giovani talenti”

Diversi i temi chiave legati all’edizione 2025 della manifestazione. Si parla di sostenibilità, con un focus su materiali innovativi, processi produttivi a basso impatto ambientale e il nuovo percorso “The Luxury Way”. Sabetta sottolinea l’importanza delle installazioni artistiche, come quelle di Paolo Sorrentino e Robert Wilson, che trasformano il Salone in un’esperienza culturale. Si discute anche del SaloneSatellite, dedicato ai giovani designer under 35, e di Euroluce, la biennale dell’illuminazione, con il suo primo International Lighting Forum. Infine, si approfondiscono le strategie di internazionalizzazione e il rapporto sinergico tra il Salone e la città di Milano.

Innovazione e sostenibilità: Il Salone del Mobile 2025 punta molto sulla sostenibilità. Quali sono le novità più significative in termini di materiali, tecnologie e processi produttivi che i visitatori potranno scoprire quest’anno?

Quest’anno, tra i tanti temi che la manifestazione racconta, particolarmente interessanti sono stati l’innovazione sostenibile e la manifattura industriale. La sostenibilità è un concetto trasversale che influenza materiali, processi produttivi e soluzioni progettuali, con un’attenzione particolare alla riduzione dell’impatto ambientale, all’utilizzo di risorse rinnovabili e alla durabilità dei prodotti. Vedremo come l’innovazione continui a essere il motore del cambiamento, con nuove tecnologie applicate alla produzione e alla progettazione, volte a migliorare l’efficienza e valorizzare la qualità. In particolare, c’è stata Euroluce, piattaforma di riferimento per il design dell’illuminazione, che ha offerto una visione chiara dei progressi del settore: sistemi intelligenti, integrazione dell’IA, un maggiore controllo da parte degli utenti e nuovi prodotti che esplorano e stabiliscono nuovi limiti espressivi e tecnologici per il benessere dell’uomo e dell’ambiente. Al SaloneSatellite, i giovani talenti hanno esplorato il tema dell’artigianato, sottolineando il valore degli oggetti senza tempo e la capacità del design contemporaneo di dialogare con la tradizione. Quest’anno, inoltre, abbiamo introdotto un nuovo percorso, che abbiamo chiamato The Luxury Way, perché ridefinisce il lusso attraverso qualità, durabilità e sostenibilità. L’eccellenza non è più solo estetica, ma etica: materiali certificati, produzione a basso impatto e design senza tempo che mette in dialogo tradizione e contemporaneità, riducono sprechi e impatto ambientale. Il vero lusso è innovazione responsabile, coniugando prestigio e consapevolezza ecologica.

Installazioni e arte: Con installazioni come “La dolce attesa” di Paolo Sorrentino e “Mother” di Robert Wilson, il Salone sembra sempre più un ponte tra design e arte. Come si integrano queste opere nel contesto fieristico e qual è il messaggio che volete trasmettere?

I grandi progetti installativi di Paolo Sorrentino e Robert Wilson sono elementi chiave di un racconto che va oltre l’esposizione di prodotti, trasformando il Salone in uno spazio di esperienza culturale, riflessione e coinvolgimento emotivo. Il loro ruolo è quello di stimolare un dialogo tra design, arte e umanità, offrendo ai visitatori un nuovo modo di interpretare il progetto e il suo impatto sulla vita quotidiana. La dolce attesa di Paolo Sorrentino è un’installazione immersiva dedicata al tema dell’attesa, che evoca una dimensione di sospensione e, attraverso un linguaggio visivo suggestivo, direi appunto cinematografico, invita a riflettere sul valore del tempo, da ricordare sempre in qualunque luogo ci troviamo. Mother di Robert Wilson, ospitata al Museo della Pietà Rondanini – Castello Sforzesco, crea un ponte tra il Salone e la città, instaurando un dialogo con l’ultimo capolavoro di Michelangelo. Il tema del ‘non finito’, interpretato attraverso luce e suono, sottolinea il potere trasformativo del design e la sua capacità di generare nuove percezioni dello spazio e delle emozioni. Queste opere non sono semplici installazioni artistiche, ma parte integrante della visione culturale del Salone: ogni progetto è pensato per entrare in relazione con l’essere umano. L’obiettivo è portare i visitatori a vivere il design non solo come funzione, ma come espressione di idee, emozioni e innovazione. È con questo approccio che il Salone si afferma sempre più come una piattaforma multidisciplinare in cui design, arte e pensiero critico convergono per costruire un nuovo modo di abitare il presente e progettare il futuro.

Giovani talenti: Il SaloneSatellite compie 26 anni e continua a essere un punto di riferimento per i designer under 35. Quali sono le aspettative per questa edizione e come pensate di supportare ulteriormente i giovani talenti nel loro percorso professionale?

L’edizione 2025 del SaloneSatellite continua a rappresentare un’opportunità fondamentale per i giovani designer under 35. Quest’anno, l’evento coinvolge 700 designer emergenti e 20 scuole e università internazionali, offrendo loro un’occasione unica per presentare il proprio lavoro a un pubblico di aziende, buyer, giornalisti e appassionati del settore, un’occasione che diventa uno spazio di connessione, confronto e crescita professionale. Il tema di quest’anno, Nuovo Artigianato: Un Mondo Nuovo, nel percorso espositivo si snodano storie di materiali, di tradizioni reinterpretate, di innovazioni che traggono linfa dalla memoria collettiva, progetti che esplorano il valore della sostenibilità e dell’identità culturale, che trasformano la manualità in una nuova forma di linguaggio progettuale. Non è solo una mostra, è un’esperienza che invita a ripensare il nostro rapporto con gli oggetti, con il tempo, con il valore della creazione. A rendere ancora più significativa questa edizione, il SaloneSatellite Award, giunto alla sua quattordicesima edizione, un riconoscimento che premia le idee più innovative, offrendo ai giovani progettisti l’opportunità di emergere e di affacciarsi con maggiore forza sulla scena internazionale, un premio che non è solo un simbolo ma una reale occasione di crescita e visibilità.

Euroluce e il futuro della luce: Con il primo Euroluce International Lighting Forum, il Salone si propone come piattaforma di discussione sul futuro dell’illuminazione. Quali sono le sfide più urgenti che il settore deve affrontare e come il Salone contribuisce a trovare soluzioni innovative?

Quest’anno Euroluce si presenta come un’edizione di altissimo livello, capace di fornire un quadro completo e aggiornato dell’intero settore a buyer e professionisti provenienti da tutto il mondo. Le aziende hanno svelato le loro ultime creazioni, frutto di ricerca e innovazione, dimostrando come il settore dell’illuminazione continui a esplorare nuovi limiti espressivi e tecnologici. Un’attenzione particolare è stata rivolta alla sostenibilità, aspetto in cui l’industria ha vissuto un autentico cambiamento paradigmatico negli ultimi 15 anni, passando dall’elettricità all’elettronica e abbattendo i consumi fino al 50% rispetto alle tecnologie precedenti. Ma Euroluce 2025 è più di una biennale dell’illuminazione: è un laboratorio in cui la creatività incontra la scienza, la tecnologia si allea con la natura e l’innovazione diventa il filo conduttore di un mondo in cui la luce non è solo visione, ma esperienza, emozione, vita. A conferma di questa visione ampia e innovativa, il 10 e 11 aprile ha debuttato The Euroluce International Lighting Forum. Questo primo appuntamento ha esplorato il ruolo della luce da una prospettiva multidisciplinare, coinvolgendo esperti del settore, biologi e antropologi per analizzarne il significato profondo e il suo impatto su ambienti, persone e persino animali. L’obiettivo è chiaro: diffondere una nuova consapevolezza sugli effetti positivi e negativi della luce e ribadire l’importanza di una progettazione che non la consideri più un elemento finale, ma un principio cardine fin dalle prime fasi del design.

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Internazionalizzazione: Con il 38% degli espositori provenienti dall’estero, il Salone è un evento globale. Quali strategie state adottando per attrarre sempre più visitatori e aziende internazionali, soprattutto da mercati emergenti?

Uno dei principali punti di forza del Salone è la sua capacità di accompagnare le imprese nei processi di internazionalizzazione. Per dare continuità a questa missione nel corso dei decenni, abbiamo investito sia nello scouting di aziende emergenti sia nella costruzione di un pubblico profilato di operatori. Inoltre, da diversi anni, per mantenere il Salone del Mobile il punto di riferimento mondiale del settore, abbiamo adottato una strategia di internazionalizzazione continua. Nel 2024 abbiamo viaggiato attraverso Stati Uniti, Canada, Europa e Asia con il tour Salone, Milano and Beyond, portando il design italiano in città chiave come New York, Shanghai, Miami e Londra. Abbiamo stretto nuove alleanze strategiche con i principali mercati emergenti e abbiamo firmato un Memorandum d’intesa con l’Arabia Saudita, per aprire nuove opportunità per il Made in Italy in un’area in forte crescita. Anche la nostra piattaforma digitale gioca un ruolo essenziale: con un’esperienza online rinnovata, vogliamo offrire agli espositori strumenti più efficaci per connettersi con il pubblico globale.

Design e cultura: Il Salone non è solo business, ma anche cultura. Come si bilancia questa doppia anima tra innovazione commerciale e proposta culturale, e qual è il ruolo della cultura nel futuro del design?

Il Salone è sempre stato molto più di una fiera commerciale: è una piattaforma culturale che unisce il business all’innovazione progettuale per costruire un ecosistema capace di generare valore a livello globale. Fin dalla sua nascita, il Salone ha perseguito un doppio obiettivo: da un lato, essere un acceleratore economico per il settore del design e dell’arredo; dall’altro, alimentare il dibattito culturale e interdisciplinare, favorendo la contaminazione tra design, arte, architettura e scienza. Perché il futuro del design si gioca sulla capacità di interpretare sia cambiamenti tecnologici sia quelli culturali, senza perdere il legame con le tradizioni anche locali. Così, il Salone è un vero e proprio motore di trasformazione, che attiva sinergie con istituzioni, musei e fondazioni, come dimostrano le collaborazioni con, per esempio, le Fondazioni Albini, Castiglioni e Magistretti, La Grande Brera e la Triennale di Milano. La cultura del progetto diventa uno strumento per leggere il presente e immaginare il futuro, riaffermando il ruolo del design come disciplina capace di incidere profondamente sulla società.

Città e Salone: Milano e il Salone del Mobile sono sempre più interconnessi. Come si evolve il rapporto tra la fiera e il tessuto urbano milanese?

Milano e il Salone del Mobile sono due realtà inseparabili, con un rapporto che si è evoluto nel tempo fino a diventare una sinergia imprescindibile. Il Salone non è solo la fiera di riferimento per il design a livello globale, ma il motore centrale che aziona e alimenta tutto il fermento creativo della città in quella settimana. Fin dalla sua nascita, il Salone ha generato valore economico e culturale, diventando una piattaforma internazionale che connette persone, idee, processi creativi e strategie di sviluppo. È grazie a questa manifestazione che Milano si trasforma ogni anno in un laboratorio vivente, un palcoscenico attivo in cui la progettualità si manifesta in ogni angolo della città. La settimana del Salone è il momento in cui cultura, impresa e innovazione si intrecciano in un dialogo continuo, dimostrando che la città non è solo un contenitore di eventi, ma un vero e proprio organismo pulsante, alimentato dall’energia del Salone.



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