Al via il nuovo bando agrivoltaico senza il consumo di suolo, quando il 16% della energia rinnovabile consumata nasce dai campi e dalle stalle offrendo un contributo strategico al fabbisogno nazionale grazie all’impiego di biomasse, biogas, bioliquidi e fotovoltaico in grado di raddoppiare. È quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento al nuovo bando agrivoltaico, previsto dal ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, con le domande che potranno essere presentate, esclusivamente per via telematica, mediante il portale agrivoltaico disponibile sul sito del Gse, fino al 30 giugno 2025 con l’obiettivo di incentivare la realizzazione di impianti agrivoltaici innovativi in agricoltura.
La misura del Pnrr che riconosce un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti innovativi in agricoltura, ha riscosso un ampio successo già con il primo bando. Il 50% dei progetti ammessi sono piccoli impianti di potenza inferiore al MW, sviluppati principalmente in Sicilia, Puglia, Lombardia e Veneto e si sono caratterizzati come progetti presentati da singole aziende agricole. È da rilevare che la Puglia è seconda per produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con il 9,2% del totale italiano, seconda solo alla Lombardia, produce il 25% dell’energia eolica italiana e il 14% di quella solare posizionandosi al primo posto per numero di impianti e per potenza installata di “nuove rinnovabili”. Secondo uno studio del Centro Studi Divulga solo utilizzando i tetti di stalle, masserie, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole sarebbe possibile recuperare una superficie utile di 155 milioni di metri quadri di pannelli con la produzione di 28.400Gwh di energia solare.
La “pergola” agrivoltaica può svolgere numerose funzioni perché riduce lo stress idrico, genera un microclima più fresco, riduce il fabbisogno di acqua per l’irrigazione, protegge dagli eventi climatici estremi, protegge dagli attacchi di malattie quali peronospora e oidio, determina la maturazione dell’uva più lenta e, di conseguenza, ritarda i tempi della vendemmia di 3-6 settimane con predisposizione ad una maturazione fenolica prolungata, favorendo la diminuzione del contenuto di zuccheri e una maggiore acidità in virtù della ritardata maturazione dell’uva.
Un modello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste attraverso, ad esempio, le comunità energetiche, gli impianti solari sui tetti e l’agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio, come nel settore del biogas-biometano che ha conosciuto un’importante accelerazione verso la transizione energetica attraverso il riciclaggio di sottoprodotti e la riduzione dell’impronta ambientale e di carbonio, specialmente nella zootecnia.
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